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Mal di testa come mandarlo via

Mal di testa: come mandarlo via?

Abbiamo già parlato di cosa sia e di quanti tipi di mal di testa esistono, ma come fare per approfondire la natura del problema?

Se soffrite di mal di testa e questo si presenta ripetutamente sotto forma di un forte mal di testa o anche solo come un mal di testa continuo, anche se sopportabile, è bene ricorrere al consiglio del medico per individuarne la fonte.
Nella maggioranza dei casi, per fare una diagnosi di cefalea primaria, al medico basta un’attenta descrizione dei sintomi e un accurato esame obiettivo del paziente. Invece, se si tratta di cefalea di recente insorgenza o che ha avuto un improvviso peggioramento, ci si potrebbe trovare di fronte a una forma secondaria.
Nell’ultimo caso, il percorso diagnostico si avvale di alcuni esami strumentali, che andranno prescritti in base alle condizioni di salute del paziente e alla sintomatologia.
Prima di pretendere di essere sottoposti a un elettroencefalogramma o a una Tac cranica, è importante riportare al medico una serie di informazioni fondamentali, quali la familiarità, ossia se parenti di primo grado soffrono di qualche forma di mal di testa forte o continuo che sia, l’esordio e la durata degli attacchi, i fattori scatenanti delle crisi, la sede e l’intensità del dolore, la presenza di sintomi associati, i fattori aggravanti, le eventuali terapie precedentemente seguite. La cosa ideale sarebbe avere un diario aggiornato delle cefalee, così da agevolarne il resoconto al medico.
Ma quali sono gli esami che possono aiutare a individuare il problema e far capire come far passare il mal di testa?
Radiografia del cranio
La radiografia del cranio è un esame che visualizza le componenti dure della scatola cranica e viene usato fondamentalmente per indagini sull’osso.

Radiografia del cranio
Radiografia del cranio. Foto: Di Tomáš Vendiš – http://radiologieplzen.eu, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=13304052

Come si esegue? Il paziente, in piedi, viene fatto appoggiare con la testa ad una parete alle cui spalle vi è una lastra, sulla quale un fascio di raggi X imprime il contorno di quelle strutture che sono sufficientemente dure da non lasciar passare il fascio di raggi. Di solito, si effettuano una proiezione laterale, ossia una radiografia di lato, e una proiezione antero-posteriore, ossia una radiografia dal davanti.
A cosa serve? La lastra del cranio serve ogniqualvolta si sospetti un danno all’osso, come nei traumi o nelle malattie che colpiscono primariamente l’osso stesso, o nel caso di sinusiti acute, che si evidenzia quando si rileva un opacamento delle cavità paranasali. La radiografia può anche mettere in luce indirettamente la presenza di tumori, come quelli dell’ipofisi, quando rilevi una modificazione del profilo di una particolare struttura ossea, la sella turcica, che ospita la ghiandola ipofisaria. Infine, può mostrare calcificazioni patologiche, cioè accumuli di calcio, che sulla lastra appaiono bianchi e in sedi diverse da quelle abituali.
Che problemi può dare? Effettuare una lastra non pone problemi particolari, a meno di non eccedere; si può dire, anzi, che il rischio maggiore lo corrono i radiologi piuttosto che i pazienti.
Elettroencefalogramma
L’elettroencefalogramma è un esame neurofisiologico che rileva la normale attività elettrica cerebrale. Come un elettrocardiogramma, si effettua con degli elettrodi, che vengono poggiati sul cuoio capelluto e registrano gli impulsi elettrici del cervello, per poi trasmetterli ad una macchina che li trascrive sotto forma di tracce lineari.
Come si esegue? Questo esame non è doloroso né invasivo e prevede che il paziente stia seduto o semisdraiato, mentre sullo scalpo gli viene applicata circa una ventina di elettrodi. Durante l’esame, vengono impartiti particolari stimoli per registrare le reazioni del cervello. Per esempio, si può registrare una fase, di circa tre minuti, in cui vengono effettuati respiri profondi; si possono anche registrare gli effetti che una luce intermittente, a diverse frequenze, provoca sull’attività elettrica. Per la maggior parte del tempo, la registrazione avviene ad occhi chiusi, mentre ad occhi aperti per circa venti minuti; in alcuni casi, può anche essere eseguita su un paziente che dorme e in questo caso può durare fino a due ore.
A cosa serve? L’elettroencefalogramma è realmente utile solo in pochi casi di mal di testa: crisi epilettiche, disturbi del sonno, encefaliti. Nelle cefalee può essere utile quando non sia effettuabile una Tac e si sospetti un danno cerebrale importante, come da tumore o da infarto. Tuttavia, è un esame abbondantemente superato dalle tecniche di imaging. In alcune forme di cefalea, come nell’emicrania con aura, può evidenziare anomalie particolari in molti pazienti, tuttavia aspecifiche e non utili ai fini di una diagnosi corretta.
Che problemi può dare? L’elettroencefalogramma non pone problemi particolari per il paziente.
Tac
Chiamata anche Tc, la Tac è un esame radiologico basato su una tecnica computerizzata che ricostruisce il contenuto della testa visto come una serie di fette, che vanno dal collo al vertice del capo, utilizzando le immagini ottenute come tante radiografie intorno al capo.
Tac
Tac. Foto: Centro Pegaso Grosseto

Come si esegue? Il paziente è sdraiato di schiena su un lettino. che scorre parzialmente all’interno della macchina, la quale ruota intorno alla testa e scatta tante riprese seriali che invia a un computer, che elabora e ricostruisce le immagini del cervello come su una mappa geografica. Ogni esame fornisce mediamente 15-20 scansioni e dura generalmente tra i 10 e i 15 minuti, anche se le apparecchiature più recenti consentono di effettuare tutte le scansioni in pochi secondi. Può essere effettuata con semplici scansioni radiografiche oppure può essere ripetuta iniettando un mezzo di contrasto., che evidenzia meglio alcune strutture, quali arterie, vene o zone molto irrorate di sangue.
A cosa serve? Nel caso della testa, la Tac riproduce il cervello, le ossa del cranio, le cavità nasali e oculari. Nelle immagini, ogni componente appare in un modo specifico: i tessuti più spessi e duri, come le ossa, sono bianchi; i tessuti meno spessi, come il cervello o i muscoli, seguono diverse tonalità di grigio; l’aria appare nera. In questo modo, la Tac consente di visualizzare zone traumatizzate, infarti ed emorragie oppure tumori, malformazioni artero-venose, infiammazioni dei seni paranasali o ascessi cerebrali, questi ultimi meglio evidenziati con esame basale e con mezzo di contrasto.
Che problemi può dare? Si tratta di un esame utilissimo, ma che va fatto solo quando necessario, in quanto espone il paziente a dosi di raggi X. Per il resto, non presenta particolari problemi, tranne un senso di oppressione nei soggetti claustrofobici o lo spazio stretto, in caso di pazienti obesi, o eventuali reazioni allergiche al mezzo di contrasto.
Risonanza magnetica nucleare
Anche chiamata Rm, la risonanza magnetica nucleare è un esame basato sempre su immagini, ottenute sfruttando un campo magnetico piuttosto che con i raggi X. La regione da esaminare viene praticamente inserita fra due calamite, che vengono attivate e disattivate in modo da produrre modificazioni dei campi magnetici che circondano le strutture cerebrali. Tali modificazioni sono poi rielaborate dall’apparecchiatura, che le trasforma in immagini su una lastra, con maggiore precisione rispetto alla Tac.
 
Come si esegue? Il lettino su cui è fatto sdraiare il paziente viene fatto entrare all’interno della macchina. Le modificazioni dei campi magnetici cerebrali vengono trasformate in immagini e possono rappresentare qualunque zona del cervello e delle strutture del cranio, viste di fianco, da sotto e dal davanti, ossia nei tre piani dello spazio. Inoltre, vi sono diverse tecniche di acquisizione delle immagini, che consentono di visualizzare meglio e con diverse tonalità di bianco, grigio o nero le diverse strutture cerebrali. L’esame può durare da 20 minuti a un’ora e mezza, a seconda della zona del corpo da indagare e può essere effettuato con mezzo di contrasto, un materiale simil-ferroso, che evidenzia meglio le strutture intensamente vascolarizzate a cui arriva molto sangue.
A cosa serve? Come nel caso della Tac, anche la risonanza magnetica nucleare riproduce le diverse zone del cervello, le cavità nasali e quelle oculari, ma non consente di vedere bene le ossa e le strutture in movimento, come il sangue che scorre dentro le arterie o le vene. Permette tuttavia un’indagine su strutture altrimenti non visibili, come le meningi o i nervi cranici che passano vicino alle ossa, come il trigemino. La risonanza permette di visualizzare le stesse patologie che evidenzierebbe una Tac, ma con maggiore precisione, e di evidenziare altri aspetti anomali che non risulterebbero con chiarezza da una Tac, come malformazioni della corteccia cerebrale, anomalie di sviluppo del cervello, infarti cerebrali nelle prime fasi della malattia. Per contro, la risonanza non consente una buona valutazione dell’osso e delle malattie che lo riguardano. In ogni caso, risonanza e Tac non si escludono a vicenda e, anzi, spesso si integrano l’una con l’altra quando si voglia avere una migliore definizione delle eventuali alterazioni riscontrate.
Che problemi può dare? Sono rarissimi i fenomeni di allergia, per cui il mezzo di contrasto si può quasi sempre somministrare, mentre può essere difficile eseguire l’esame su coloro che soffrono di claustrofobia, dato che lo spazio in cui restare immobili è angusto e il rumore può essere molto fastidioso. A tale problema, però, hanno ovviato alcuni centri, che si sono dotati di macchinari aperti.
Angio-Tc e angio-Rm
Questi esami si basano sugli stessi principi della Tac e della risonanza magnetica, ma il software di elaborazione delle immagini privilegia la componente vascolare, per cui evidenzia in maniera selettiva le arterie e le vene del cervello, ricostruendo un’immagine che rappresenta l’albero vascolare del nostro cervello. L’angio-Tc va eseguita con mezzo di contrasto, mentre l’angio-Rm può essere eseguita senza contrasto e sensibilizzata con il mezzo di contrasto.
Come si eseguono? Il procedimento che si segue è esattamente lo stesso della Tac e della risonanza.
A cosa servono? Angio-Tc e angio-Rm servono per evidenziare aneurismi, fistole artero-venose e malformazioni vascolari del cervello.
Che problemi possono dare? L’angio-Tc può presentare problemi di allergia al mezzo di contrasto, mentre per quanto riguarda l’angio-Rm i problemi sono gli stessi visti per la risonanza magnetica.
Rachicentesi
Anche chiamata puntura lombare, la rachicentesi è un esame invasivo attraverso il quale si preleva una minima quantità di liquido cerebro-spinale, o liquor cefalo-rachidiano, da esaminare, così come si fa con i prelievi di sangue. Il liquor circonda e protegge il cervello e il midollo spinale, facendo da cuscinetto protettivo e provvedendo al nutrimento e allo smaltimento delle sostanze da eliminare.
Come si esegue? La Rachicentesi è eseguita da un medico, che, in anestesia locale cutanea, fa penetrare un sottile ago fra due vertebre a livello lombare, così da non danneggiare il midollo. In questo modo, si esegue la misurazione della pressione liquorale e si preleva il liquor da inviare in laboratorio per le analisi del caso. Si possono effettuare anche manovre per valutare come la cavità lombare che contiene il liquor sia in connessione con le cavità che lo contengono a livello cerebrale, come ventricoli, cisterne e spazi meningei. In situazioni particolari, poi, è possibile iniettare farmaci nel liquor per curare direttamente malattie che interessano il cervello.
A cosa serve? Sono rarissimi i casi in cui una sospetta cefalea secondaria richiede questo esame: l’analisi del liquor fornisce informazioni su eventuali stati infiammatori, come nelle meningiti, nelle encefaliti o negli ascessi cerebrali. La rachicentesi può evidenziare la presenza di sangue dovuta ad un’emorragia subaracnoidea anche quando la Tac sia risultata negativa. Inoltre, attraverso essa possono essere rilevate cellule tumorali o alterazioni proteiche o immunologiche, come nella sclerosi multipla. Informazioni importanti si possono ottenere anche misurando la pressione del liquor e, infine, il liquor stesso può essere un veicolo utilissimo per diffondere farmaci che devono agire direttamente sul cervello.
Che problemi può dare? Se effettuata correttamente, la rachicentesi non è pericolosa. Tuttavia, il rischio più frequente è quello di avere mal di testa per qualche giorno, se non si resta a letto almeno nelle 24 ore successive all’esame, in modo che la pressione liquorale possa ritrovare il suo equilibrio idrostatico naturale. Inoltre, per evitare questo mal di testa, si consiglia di bere molto nelle 24-48 ore successive al prelievo liquorale. In casi molto rari, vi è il rischio di danni sulle radici spinali o di emorragia, dovuta alla puntura all’interno del midollo, quando la manovra viene effettuata a livello lombare, solitamente fra la terza e la quarta vertebra, dove il midollo spinale non è più presente.

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